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#UNIVERSITAdellaMONTAGNA

Cortina capitale della montagna: il sogno è già qui

AUTORE

Alessandro Russello

Direttore Responsabile del Corriere del Veneto, Corriere del Trentino, Corriere dell'Alto Adige, Corriere di Bologna

Membro del Comitato Media

La notizia, fatta di nuovi fasti e di sostanza, è che questi campionati del Mondo di sci alpino sanciscono il ritorno di Cortina sulla scena internazionale. Lo sci incarna la sua storia, la sua natura, il suo immaginario, la sua bellezza e lo sport come agonismo e mondanità, il richiamo a un’aristocrazia mai perduta nemmeno nelle forme sbiadite, l’orgoglio di una supremazia fatta dell’unicità delle Dolomiti e di un’ipotesi mai così concreta di ridisegno del suo futuro.

Perché non ci si deve fermare qui. Perché su tutto balla un’altra scommessa: che Cortina Mondiale non sia e resti “solo” la capitalizzazione o il promo di una grande manifestazione ma produca un progetto strutturato e strutturale. Per farla diventare, a suo modo e per davvero, Cortina capitale. I Mondiali di sci del 2021 come icona e prova generale della sfida olimpica del 2026. capitale non solo di gare internazionali fra Pil e glamour, trofei e luccicanti successi. Luogo di straordinaria contingenza di grandi eventi e di incanto paesaggistico-turistico, Cortina deve declinare il suo futuro pensandosi come città materiale e immateriale.

"Cortina deve declinare il suo futuro pensandosi come città materiale e immateriale."

Da scenario di moderni e sostenibili impianti, per evitare rimpianti, la sua vera scommessa dev’essere quella di immaginarsi come centro globale della produzione di idee, contenuti e progetti legati alla montagna. Cortina capitale della Montagna. Accessibile da un punto di vista infrastrutturale per toglierla dal semi isolamento fisico – e su questo si sta lavorando alacremente – ma votata alle infrastrutture della conoscenza. Chiamiamolo Centro studi permanente, chiamiamola anzi meglio Università. La funzione è la stessa. Integrare la doppia stagionalità invernale ed estiva votata al turismo con una destagionalizzazione fatta di fisicità e produzione scientifico-formativa allineata alla rivoluzione digitale. Anche qui il Covid – nella sua drammaticità – ci ha insegnato qualcosa, accelerando almeno di un’era la produzione e la condivisione di pratiche e contenuti e innovativi.

Cortina, insomma, connessa al territorio e al mondo. Non più regina nel suo “splendido” e antistorico isolamento ma perla del presente e del futuro. Capitale della Montagna significa oltrepassare la narrazione novecentesca dei pur bei manifesti Salce che inaugurarono le prime forme pubblicitarie del turismo iconico o quella dei divi appesi sulle pareti degli hotel. Capitale significa rafforzare la sua identità e la sua forza di economia “leggera” come una Venezia delle Alpi. Tutelata nella sua forma urbana da interventi condivisi e mirati ma da far “esplodere” nella proposta culturale e scientifica attraverso una coesione di intenti e soggetti. Dalle imprese (turistiche e non solo), alle Istituzioni (comune, Regione), fino alle Fondazioni. A cominciare dalla Fondazione Cortina 2021. Un’Università della Montagna dal profilo internazionale che metta insieme – a partire “da” ma andando oltre – la ricerca sulle tecnologie degli impianti e dei prodotti e gli studi paesaggistici, ambientali e climatici connessi non solo all’economia turistica e del benessere ma alla stessa vita che va oltre Cortina ovvero a tutta la Cortina alpina. Non ultimi i temi dello spopolamento, della solitudine delle valli, delle nuove generazioni costrette a emigrare per mancanza di opportunità formative e lavorative.
Insomma, una visione lunga per una scommessa ambiziosa. Da far tremare i polsi ma da giocare subito. Prima che il tempo sbiadisca il “tesoro” che fra Mondiali e Olimpiadi si sta depositando nelle montagne più belle del mondo.

Questo articolo è tratto da CORTINA 2021 Regina dello Sport
Il libro dei Mondiali di sci alpino di Cortina d’Ampezzo
Morellini Editore

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