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#PROPRIETACOLLETTIVA

Le regole della sostenibilità

AUTORE

Marco Cattaneo

Direttore Responsabile di National Geographic

Membro del Comitato Media

Era il 1980, la prima volta che ho visto Cortina. Ero alla settimana bianca della scuola, e i miei occhi di adolescente distratto erano ammaliati dalla cornice imbiancata delle Tofane.

Solo molti anni dopo imparai ad apprezzare l’altro spettacolo, quella distesa di pascoli e boschi che abbraccia l’abitato, figlia di una storia di tenacia e organizzazione. La storia delle Regole d’Ampezzo. Per usare un termine molto diffuso ai giorni nostri, le Regole sono la sostenibilità prima della sostenibilità. Le Regole disciplinano la gestione della proprietà collettiva di boschi e pascoli dalla notte dei tempi.
Probabilmente furono adottate in forma semplificata dai primi abitanti della valle, presumibilmente tribù celtiche, consolidate già al tempo dei Longobardi, intorno al VI secolo, e riconosciute ufficialmente nella prima metà del XIII. E sebbene siano state modificate nei secoli, fino all’ultima legge del 2017, sono ancora in vigore.

"Le Regole disciplinano la gestione della proprietà collettiva di boschi e pascoli dalla notte dei tempi."

Oggi le famiglie regoliere, vale a dire le famiglie storiche che condividono la proprietà collettiva, sono 1.200, e i terreni di pertinenza delle Regole sono circa 16.000 ettari, circa il 75-80% dell’intero territorio di Cortina. Le famiglie hanno diritto all’uso dei beni, pascolo, legnatico, erbatico, mi ha spiegato pazientemente Flavio Lancedelli, Presidente dell’istituto. E da un bel palazzo nel cuore della città, la Ciasa de ra Regoles, stabiliscono i piani di taglio e di abbattimento, concedono in affitto ai pastori malghe e rifugi, determinano il destino dei terreni. Perché sulla proprietà esistono anche piste e impianti sciistici, ma le società che vogliono investire in queste attività devono provvedere a concedere alle Regole terreni compensativi con destinazione agro-silvo-pastorale. La sostenibilità, appunto. Anche perché gli incassi di tutte queste attività non vengono suddivisi tra le famiglie. Vengono integralmente reinvestiti nella tutela del territorio, per la manutenzione di strade forestali e sentieri, per l’adeguamento e la cura del patrimonio edilizio.

Se vi capita di passare da via Monsignor Pietro Frenademez, a Cortina, fate un salto al civico numero 1. Lì c’è la casa delle Regole, con il museo che ne racconta la storia, proprio accanto alla scuola di sci e alle guide alpine. E se all’imbrunire vi sorprenderete ad ammirare la meravigliosa cornice di bosco e pascoli che circonda Cortina, pensate che è il risultato di millenni di gestione del territorio come patrimonio di una comunità.

Questo articolo è tratto da CORTINA 2021 Regina dello Sport
Il libro dei Mondiali di sci alpino di Cortina d’Ampezzo
Morellini Editore

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