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#RICORDI

La Cortina di Paolo Mieli: natura e cultura

AUTORE

Marco Pratellesi

Vice direttore di Oggi
Membro del Comitato Media

Attraversiamo luoghi che dimentichiamo velocemente. Altri si intrecciano con le nostre vite, si popolano di ricordi, si insinuano nella nostra mente fino a diventare consustanziali al nostro modo di essere. Posti eletti, per certi aspetti indispensabili, nei quali desideriamo sempre tornare.

Per Paolo Mieli, giornalista e storico, che tra televisione e testate dirette ha attraversato mezza Italia, Cortina rappresenta il luogo che ha scandito estati e inverni, coltivando passioni: dall’alpinismo giovanile allo sci, dalla cultura ai libri. A Cortina ha iniziato ad andare quando era un ragazzino, negli anni cinquanta, a ridosso delle Olimpiadi del ’56.
«I miei genitori avevano una casa a Zuel, dove andavamo in estate e in inverno. Qui, in occasione delle Olimpiadi del ’56, è stato costruito il trampolino, che per me resta uno dei monumenti più belli d’Italia. Mi auguro che i Giochi del 2026 siano anche l’occasione per restaurare questo simbolo di un posto unico al mondo.»

"Frequento Cortina da sempre, e non è assolutamente necessario immergersi nella vita mondana: si può restare in disparte godendosi in mille modi uno dei posti più belli del mondo."

Chi si aspetta un ricordo mondano della Regina delle Dolomiti rimarrà deluso. «La Cortina della mia infanzia era soprattutto le scalate su per i monti, e lo sci, tanto sci. Prendevo la funivia che allora partiva davanti dell’Hotel de La Poste e salivo al Pocol. È un vero peccato che quell’impianto sia andato distrutto e che Cortina, anche se lo ha fatto per proteggersi, sia rimasta scollegata dal giro dei Quattro Passi, Val Gardena e Val Badia.»
Eppure Cortina è molto amata anche per il suo coté mondano. «Sì, è vero, ma l’aspetto mondano e quello sportivo riescono a convivere con una loro separazione. Frequento Cortina da sempre, e non è assolutamente necessario immergersi nella vita mondana: si può restare in disparte godendosi in mille modi uno dei posti più belli del mondo. Da ragazzo, oltre allo sci facevo alpinismo, ho scalato il Faloria, le Tofane, le Cinque Torri, il Lagazuoi, tutte montagne alle quali si legano tanti ricordi e che ancora oggi mi parlano.»

Poi ci sono gli amici di una vita, alcuni mai perduti, altri ritrovati al cambio delle stagioni. «Negli anni con i cortinesi è nata un’amicizia profonda. Adesso che non scalo più le montagne, ma scio ancora, a Cortina porto la mia passione per i libri, la politica e la storia. Mi sono associato al gruppo di Francesco Chiamulera, che è il responsabile di Una montagna di libri, e ci ritroviamo pubblicamente per discutere i temi che mi interessano.»
Intanto fervono i preparativi: dopo i Mondiali 2021, arriveranno anche le Olimpiadi 2026. «Sono contento perché Cortina ha bisogno di modernizzarsi, di nuove opere, e sono certo che non la snatureranno: saranno gare bellissime. Tra le due Olimpiadi, dal 1956 al 2026 c’è l’arco della mia vita. Mi piacerebbe che il vecchio trampolino di allora fosse considerato come un monumento da restaurare e conservare come un simbolo di Cortina, insieme ovviamente alla corona unica di montagne che la circonda. E mi auguro che Cortina esca dall’isolamento collegandosi con le altre valli, Val Gardena e Val Badia. Quando ero piccolo fare il giro dei Quattro Passi era una specie di avventura, a volte ci si fermava a dormire a metà tragitto. Ma oggi con le piste trattate in modo ineguagliabile e gli impianti moderni è diventato tutto estremamente più veloce.»

Questo articolo è tratto da CORTINA 2021 Regina dello Sport
Il libro dei Mondiali di sci alpino di Cortina d’Ampezzo
Morellini Editore

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