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#CortinatraleRighe2022
L’informazione sostenibile
AUTORE
Martina Strazzari
Come rispondono alberi e foreste al cambiamento climatico? E soprattutto, in che modo lo si può (o meglio, lo si deve) raccontare?
Cautela, prudenza, equilibrio sono la base del giornalismo scientifico, ma non solo. Lungi dall’essere un elogio alla reticenza, l’invito ad essere critici e corretti segue una logica di sostenibilità dell’informazione. In un mondo in cui il ruolo del giornalista sembra venire meno, ad appannaggio di un’informazione da fast food, l’approfondimento e la verifica delle notizie è l’unica via per non cadere nella trappola delle fake news o della disinformazione. Le statistiche confermano il peggio: dopo i telegiornali, la prima fonte di informazione degli italiani è Facebook. Seguono i motori di ricerca online e le TV all news, mentre la percentuale di connazionali che compra quotidiani cartacei si attesta intorno all’11%. Questo porta – oltre ad un’ignoranza diffusa – alla polarizzazione dell’informazione: non importa che la notizia sia vera o falsa, ma che avvalori un punto di vista. La società mondiale è in preda a un’infodemia isterica e collettiva, una circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, spesso non verificate, che rendono difficile orientarsi su un certo argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili.
"La società mondiale è in preda a un’infodemia isterica e collettiva."
Sei italiani su dieci hanno una percezione falsa della realtà, in particolare di fatti che potrebbero essere inequivocabilmente dimostrati in maniera scientifica. Il climate change è uno di questi. Ecco perché il ruolo del giornalista e la sua corretta (in)formazione, specialmente deontologica, sono fondamentali: per certificare la provenienza delle fonti e, dati alla mano, essere in grado di restituire ai lettori un quadro se non completo, almeno il più esatto possibile.
La natura ci insegna che piantare alberi non basta. Gli alberi sono interconnessi tra loro, agli elementi naturali, e all’uomo, ecco perché quello che serve è riforestare, ricreare interi ecosistemi, che in fondo possono essere pensati come connettori tra persone lontane: una foresta in Cina può influenzare il meteo della Russia. Guardando al futuro appare dunque chiaro che la nostra responsabilità, oltre che nei confronti del pianeta, è soprattutto verso i nostri simili. Una responsabilità che passa anche, e soprattutto, da una corretta informazione.
Dall’incontro “La deontologia nell’informazione scientifica e la gestione sostenibile nel mondo della ricerca” #CortinatraleRighe2022
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