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Durante la terza giornata di Cortina tra le Righe, la settimana di alta formazione giornalistica, sono stati raccontati e presentati tre progetti per una città più vivibile da tutti, in un percorso di sensibilizzazione che punta a lasciare una legacy ben oltre l’evento olimpico.
Il tema dell’accessibilità è diventato sempre più centrale grazie neanche ad una nuova e maggiore sensibilità nei confronti di un’inclusione trasversale, dallo sport al turismo, dal terzo settore ai media.
“Siamo di fronte a un superamento concettuale dell’idea di barriere architettoniche, a vantaggio di un sistema, o meglio ecosistema, più attento alle esigenze di tutti – ha dichiarato Roberta Alverà, neoeletto vice sindaco di Cortina d’Ampezzo, durante l’incontro di Cortina tra le Righe dedicato all’inclusione e alla progettazione senza barriere del territorio ampezzano – Stiamo lavorando per migliorare, ma sono orgogliosa di potere dire che le montagne intorno a Cortina sono state, in questo senso, avanguardistiche”.
Nel 2019 Valentina Tomirotti (“Pepitosa in carrozza”: giornalista, social media manager, attivista del mondo disability) è riuscita a raggiungere con la carrozzina il punto più alto del monte Lagazuoi (oltre 2.800 metri), percorrendo il sentiero che dal rifugio porta fino alla croce di vetta. “Arrivare a quasi 3000 metri per me è stato un traguardo e una gioia fortissima. Ma ci sono ancora tante cose da fare nelle azioni quotidiane. Non è possibile che io possa salire sulla cima di una montagna ma non comprare una giacca perché i negozi non hanno un accesso per le carrozzine”.
Pochi anni fa, anche le Tre Cime di Lavaredo sono state percorse con la carrozzina da un gruppo di amanti della montagna, capitanati da Oscar De Pellegrin (presidente Assi Onlus, ex atleta paralimpico, sindaco del Comune di Belluno). “Un’emozione enorme, tanto grande come quando ho vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra”, ha ricordato.
Quello dell’accessibilità è un tema all’ordine del giorno specialmente andando verso il tanto atteso 2026, con le Olimpiadi Milano-Cortina. Tanti i progetti di sensibilizzazione che il territorio ampezzano sta mettendo in atto, tra questi anche quello di Cortina Senza Confini, un’associazione no profit che ha come obiettivo primario quello di intraprendere un cammino condiviso con associazioni del territorio, istituzioni, imprese e cittadini per arrivare preparati ai Giochi Paralimpici Invernali Milano – Cortina 2026, e con una legacy importante da lasciare alla città. “Sensibilizzare significa iniziare un percorso di consapevolezza delle diversità e dei bisogni attraverso azioni utili che coinvolgano cittadini, imprese, associazioni di categoria e istituzioni – spiega Elena Galli, una delle tre socie fondatrici dell’associazione. – Le azioni da fare iniziano da un percorso di sensibilizzazione. Serve poi un’inclusione trasversale, il coinvolgimento di tutti, la conoscenza del territorio, una formazione adeguata rivolta a operatori turistici e scuole anche attraverso eventi sportivi all inclusive, tour esperienziali, eventi enogastronomici, workshop… Una delle prime attività di Cortina Senza Confini, presentata a Cortina tra le Righe, è stata la mappatura dell’accessibilità della realtà ampezzana, dal livello di accessibilità delle strutture al dislivello di alcuni trekking alla situazione del manto stradale. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con lo IUAV di Venezia e seguito dalla responsabile e docente Caterina Balletti.
Un altro progetto lanciato durante l’incontro di Cortina tra le Righe è stato quello di Cortina Express, raccontato da Ellen Broccolo, mobility manager Cortina Consulting. “Nel 2021, Cortina Express ha avviato lo Cortina Consulting, per comprendere come ottenere un sistema di trasporto più sostenibile per le aziende e per le città. La lotta al cambiamento climatico e all’impatto a esso associato è attualmente la principale priorità del settore dei trasporti. La direzione strategica di Cortina Express consiste nel guidare il cambiamento verso un sistema di trasporto sostenibile”.
Un terzo progetto in corso è quello di “Dolomiti accessibili, un patrimonio per tutti”. “Il nostro obiettivo – spiega Loredana Ponticelli, architetto, collaboratrice della Fondazione che ha seguito gli aspetti tecnici del progetto – è fornire un’esperienza diretta di questo straordinario ambiente naturale a tutte le persone che lo visitano o lo abitano, indipendentemente dal grado di abilità in cui si trovano, appoggiandosi e valorizzando la predisposizione naturale del contesto dolomitico ad un’accessibilità sostenibile. Un esempio? I percorsi gpx per carrozzine e mappature street view”.
Nella #roadtomilanocortina2026 si inseriscono anche gli incontri di „Winter Games Hospitality & Development“, a cura di Marisa Corso. “Eventi come le Paralimpiadi – commenta Emanuela de Zanna, direttrice della Cooperativa di Cortina – possono essere una grande opportunità per dare una nuova immagine positiva di Cortina e dell’Italia. Come approcciare il tema della disabilità e dell’accessibilità? Capire che bisogna passare da un concetto di differenza a un concetto di unicità”.
Il turismo accessibile, oggi, vale circa 800 miliardi di euro. Solo in Europa ne sono interessate tra gli 80 e i 120 milioni di persone. “Attenzione: quando parliamo di turismo accessibile non parliamo solo di chi è in sedia a rotelle – dichiara Stefano Perale, vicepresidente Assi Onlus – ma di una proposta che deve essere adatta a tutti. Le barriere cadono quando si comprende questo: alcune persone hanno una disabilità, ma tutte le persone hanno delle abilità”.
Conclude sul tema Stefano Maurizio (architetto CIP Regionale – Comitato Italiano Paralimpico): “Non è importante quanto una parte del corpo funzioni o meno, ma come l’individuo possa funzionare nella società. E se vogliamo che ci sia un’inclusione a 360° bisogna pensare a tutto: trasporti, università, tempo libero, lavoro, scuola, ma anche alle parole, che sono importanti. Spesso si legge di qualcuno “costretto” sulla carrozzina. È sbagliato, perché la carrozzina non deve essere vista come segno del limite, ma del superamento”.